A tutti sarà capitato di setir parlare di Marie Kondo, dream home e affini programmi di ordine e categorizzazione.
Quello che gli americani non capiscono è che il 60% degli italiani non ha case ma appartamenti, è inevitabile che il disordine si accumuli un po' di più su una superficie domestica più piccola, per quanto assurdo, la casa la vivi molto di più se hai meno spazio a disposizione. In questa fazione estenderei un omaggio di gratificazione alle cantine ed ai garage, luoghi molto più consoni per stipare le cose che non usiamo spesso e che in casa ingombrano e basta.
Quando riordino io inizio da una stanza con in braccio più contenitori dove riporre le cose che non appartengono a quella stanza per poi passare alla sistemazione ed alla pulizia, dotandomi in anticipo di tutto ciò che occorre per finire e passare alla successiva senza uscire fino al termine, onde evitare di giocare al rimbalzo da una stanza all'altra. Una stanza alla volta ci permette di vederla nel suo insieme ed intervenire subito, lasciando la stanza infatti, si corre il rischio di lasciare il lavoro a metà.
Molte persone quando cominciano a fare pulizie domestiche saltano da una stanza all'altra, e il risultato diviene che il lavoro risulta inconcludente. Possono volerci ore la prima volta ma poi la sensazione di soddisfazione e di benessere psicofisico vi lascerà a bocca aperta.
Un consiglio utile è quello di riporre in un'unica scatola tutti quegli articoli in "forse" e passarli a rassegna in un secondo momento, quando tutto è finito, e decidere cosa farne: buttare o tenere, come dicevo in cantina o in box.
Quindi in fondo, basta applicare il metodo cinese o americano e adattarlo all'italiana, perchè poi diciamocelo: i mariti e i figli italiani non sono neanche lontanamente paragonabili ai giapponesi o agli americani e tante volte è meglio così.